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Giessino a sessant'anni

Trovarsi coinvolto nell'amicizia fra ragazzi delle superiori, andare con loro in treno alla Giornata d'inizio anno. E poi la vacanza studio e la Scuola di comunità. Così Gabriele racconta quello che ha scoperto

Durante il lockdown, gli universitari amici di mio figlio hanno preso l’iniziativa di seguire i ragazzi di Gioventù Studentesca. E in questa avventura hanno coinvolto anche me, medico di sessant’anni. Terminato il confinamento, gli universitari sono ripartiti per le loro sedi e siamo rimasti io e Roberta, con l’eredità di due quindicenni e una chat su WhatsApp costituita da ragazzi a me sconosciuti e adulti assenti. Abbiamo fatto Scuola di comunità io, Roberta e le due ragazze, finché ad un certo punto mi sono ritrovato da solo ad aspettare seduto su una panchina, ma alla mia età si impara che l’attesa non è mai vana...

Passa l’estate, il 6 ottobre viene lanciata la Giornata d’inizio anno di Gioventù Studentesca in Puglia. Subito giro l’avviso nella sonnecchiante chat che, tutto a un tratto, prende vita come quando pesti un formicaio. Finalmente li ho conosciuti. E così mi sono ritrovato a organizzare per otto ragazze e un ragazzo un viaggio di 216 chilometri fino a Ostuni, che, come dice Checco Zalone, «la Puglia è lunga».

La cosa più ovvia era andare in macchina. Chiedo un po’ in giro tra gli amici adulti del movimento, e Saverio, lui sì un insegnante vero, risponde con entusiasmo facendomi intendere che sarebbe andato in capo al mondo. Nove ragazzi con due macchine non ce la si fa. Per qualche secondo spero che una di loro rinunci e, invece, se ne aggrega un’altra. Per non farmi mancare nulla, inoltre, tre ragazze mi dicono che i genitori non davano il permesso di andare in automobile. Non resta che la tradotta: il treno regionale. Prospetto l’avventura di un viaggio rocambolesco di due ore e un quarto per quattro ore di permanenza a Ostuni.

Partiamo: due adulti, dieci ragazzi di Foggia e altri tre della provincia. Dal viaggio al video, dal pranzo al sacco ai giochi e ai canti. Io, che non ho mai fatto Gioventù Studentesca in vita mia, ho vissuto con stupore da giessino la Giornata d’inizio anno. Per tutti è stata una fantastica avventura e allora mi viene da ridurre e pensare: «È fatta!». Con Saverio proponiamo la Scuola di comunità, ma, la domenica successiva, non si presenta nessuno. Alla tre giorni di vacanza-studio, invece, sempre a Ostuni, hanno partecipato in due da Foggia e in tre dalla provincia: anche lì, grande entusiasmo. La storia continua…

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Con i ragazzi non si può proprio dare niente per scontato. Com’è bello il loro non voler essere “irreggimentati” e quanto somiglia al mio desiderio di libertà! Non è merito mio quando le cose “vanno bene” e non è colpa mia quando “vanno male”, questo mi risparmia l’ansia da prestazione: per l’inadeguatezza mia e per la precarietà delle circostanze emerge ancora più evidente l’opera di un Altro.

Gabriele, Foggia