Il coro di Fidenza

Verso la GMG. Beata Tu che hai creduto

Per prepararsi alla Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona, l'idea di un concerto dedicato alla Madonna. Una serata di canti e di meditazioni di don Giussani, per imparare dallo sguardo di Maria su Gesù. Il racconto di Elena

Caro Davide, dopo il tuo invito ad aiutare i ragazzi a partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona e pensando alla bellezza di alcuni canti come l’Ave Maria di De Victoria e il Regina Coeli di Gregor Aichiger, mi è sorta questa idea: perché non proporre un concerto dedicato alla Madonna?
Io faccio parte del coro della comunità di Fidenza e la proposta è stata subito accolta sia dal direttore che dai miei compagni di canto e così, in poco più di un mese, il concerto dal titolo “Figlia del Tuo Figlio” è stato preparato: 17 canti, dall’Inno alla Vergine al Bogorodice Devo, da Rosa tra le rose al Regina Coeli e tanti altri legati alla nostra storia.

Ci siamo fatti guidare in questo percorso dalle meditazioni di don Giussani contemplando in particolare lo sguardo di Maria su Gesù. In questo misterioso rapporto che la vede contemporaneamente Madre e figlia di Dio, come mirabilmente descritto da Dante, la Vergine si pone innanzitutto come modello da seguire e madre amorevole alla quale affidarci, che intercede per noi presso suo Figlio.
Beata Tu che hai creduto è il testo proposto dal nostro maestro di coro da cui sono stati tratti i brani che hanno arricchito e aiutato a vivere la serata. Nella scelta delle frasi mi sono lasciata guidare da ciò che desidero diventi ogni giorno più vero per me, per i miei amici e per chi era presente quella sera. Ecco alcuni testi letti:

«La nostra vita di peccatori può diventare migliore non attraverso chissà quali programmi, chissà quali capacità, ma se fa la volontà di Dio. “Avvenga di me secondo la Tua parola”».

«Che ci faccia cercare – noi che siamo ancora dentro le tenebre della vita mondana – il volto in questa notte. Il volto è già apparso, già incombe sulla nostra faccia e sul nostro cuore; ci è vicino; si tratta di accorgersene. Seguendo, obbedendo, ci si accorge. Che la Madonna ci faccia imparare l’obbedienza».

«L’ultimo orizzonte, anche quando il sole segna appena una linea e tutto il resto è pieno di nubi. Dio diventato uomo è misericordia per l’uomo, è messaggio di salvezza, chiunque tu sia, comunque tu sia, in qualunque stato tu sia, qualunque futuro ti aspetti, qualunque passato greve ti pesi sulle spalle. Non si può parlare al Signore senza un’ultima vibrazione di gioia».

Ogni corista ha contribuito partecipando alle prove – alcuni di noi devono percorrere anche più di 20 chilometri per arrivare a Fidenza – impegnandosi al massimo e accettando anche gli imprevisti dell’ultimo momento, come un improvviso abbassamento di voce.
La sera del 26 maggio, nella chiesa di San Giorgio, era evidente che ciò che è accaduto era di più della somma delle nostre capacità. Eravamo al servizio della comunità perché accadesse qualcosa di bello, di vero, per noi e per chi era presente al concerto: sentirsi sempre più abbracciati da Maria e figli di Suo Figlio.

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È stato per noi significativo che il nostro vescovo, monsignor Vezzoli, abbia sottolineato che si vedeva la mancanza di protagonismi e ci abbia invitati a mantenere viva la ricchezza della tradizione dei nostri canti.
Il concerto è stato un “successo” perché noi e le persone presenti eravamo stupiti e grati di quello che era successo.
Un’ultima nota: il maestro di coro è un mio ex alunno. È un valore aggiunto seguire qualcuno che hai visto diventare grande, che insegna a chi gli ha insegnato.
Elena, Zibello