Colletta alimentare 2023 (Foto Banco Alimentare)

Il carcere, il kiwi e il cuore pieno di letizia

La Colletta alimentare da più di dieci anni si fa anche nella casa di reclusione di Opera, alle porte di Milano. Il racconto di uno dei volontari dell'associazione "Incontro e Presenza"

«Sono qui da tre giorni, non mi hanno ancora portato le mie cose, non ho nulla. Però qualcosa voglio darvelo...». Sono le parole di un detenuto presso la Casa di Reclusione di Opera, Milano, dove si è svolta la Colletta alimentare, come in tanti altri istituti penitenziari, mentre dona un kiwi, uno dei frutti più amati da Guido, uno dei volontari che sta facendo la Colletta.

Come accade da undici anni, con i volontari di Incontro e Presenza, che entrano a Opera ogni settimana, partecipo alla Giornata della Colletta. Entriamo in una sezione, Guido presenta la Colletta, racconta quanto è stato raccolto l’anno precedente grazie alla generosità dei detenuti, condivide una frase di Papa Francesco per la Giornata mondiale dei poveri, invita a donare. Passiamo di cella in cella, incontriamo reazioni diverse, alcune commoventi, altre più dure e sofferenti. Piano piano, anche chi di noi era più timoroso guarda gli altri e “si butta” in quei dialoghi.

Quel che mi porto a casa è che cambia tutto quando si comincia incontrando chi è lì: presentarsi, chiedere il nome, stringere la mano, guardarsi negli occhi, anche attraverso le sbarre, già questo ha un valore, afferma una speranza, una Presenza. Si comincia affermando chi si ha davanti.

E poi ho sperimentato che donare avvicina i cuori: due "io" uniti, grati che questa proposta di carità sia data a entrambi. È commovente stare lì, fuori da una cella, ricevere una confezione di pasta, una scatoletta di tonno, un pacchetto di biscotti. Dialoghi che talvolta si prolungano, altri dove c’è spazio per una sola parola, detta l’uno all’altro: «Grazie!». Ma un grazie così pieno e vero l’ho visto raramente. «Grazie di essere venuto fino alla mia cella, di avermi permesso di fare una cosa buona per chi sta peggio di me». «Grazie a te, che mi testimoni che il cuore dell’uomo è uguale per tutti, dentro o fuori dal carcere». Un saluto e una stretta di mano, per dire: sono contento che ci sei.

Terminato il giro ci ritroviamo nella Sala Smart per un incontro. Dopo il saluto della Vicedirettrice Giulia Antonicelli, intervengono Dario Boggio Marzet, presidente di Banco Alimentare Lombardia, e una volontaria del Banco di Solidarietà, che racconta del rapporto con una signora cui portava il pacco con gli alimenti. Li ascolta una platea di detenuti e volontari. L’idea è quella di mostrare come il gesto appena compiuto sia parte di uno ancora più grande, di condividere a cosa serve ciò cui abbiamo partecipato quella mattina. Quindi, domande e interventi dei detenuti. Chiude Guido, responsabile del gruppo di volontari di Incontro e Presenza raccontando di quel kiwi ricevuto e di come in futuro questo frutto avrà per lui anche il gusto della carità.

Risalgo in moto per tornare a casa. Oggi ho vissuto un donarmi da cui ricevo ben più di quel che do, la coscienza del bisogno che siamo e l'ipotesi molto fondata di Chi - solo - può rispondervi. Emerge una domanda: perché qui, in un luogo così pieno di fatica, prevale in me una letizia? Perché mi trovo addosso questo anelito ad abbracciare chi ho davanti, ad affermarlo chiamandolo per nome, a volergli bene?

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È qualcosa che ha a che fare con la Presenza che ho incontrato e che lì domina come unica risposta possibile al bisogno totale che c’è. Da lì riparto, col desiderio che questa esperienza illumini il mio modo di vivere tutto, che il mio lavoro in università possa essere sempre più permeato di questo sguardo nuovo che imparo nella Colletta e andando in caritativa.
Davide, volontario di Incontro e Presenza, Milano