Attorno al falò in spiaggia

«Amici da una vita, ma non lo sapevamo»

Un coppia tedesca colpita da un gruppo di amici italiani su una spiaggia toscana, l'estate scorsa. Vanno a conoscerli e questi regalano loro "Il senso religioso". Pochi mesi dopo sono tutti insieme a tavola, in Germania, a casa di quei due. Il racconto

Gli ultimi giorni dell’anno, partiamo per un viaggio in Germania: destinazione Bergheim, vicino a Colonia, dove ci aspettano due amici. Il nostro è un gruppo variegato: alcuni sono liceali, altri hanno fatto insieme l’esperienza di Gioventù Studentesca e studiano all’università, altri lavorano. Siamo tutti diversi, ma con lo stesso desiderio di incontrare e vivere dei giorni significativi. Subito all’imbocco dell’autostrada, raccontiamo agli ultimi arrivati il motivo del viaggio: due di noi, infatti non sanno da chi stiamo andando, ma hanno deciso di venire fidandosi.

Ecco l’antefatto. Quest’estate durante le vacanze, con un gruppo di amici eravamo andati in un campeggio in Toscana dove avevamo incontrato, Patrick e Yvonne, una coppia tedesca: ci avevano “approcciato” una sera al bar incuriositi dalla dimensione e conformazione del nostro gruppo e dalle cose che facevamo. Ci avevano visto mangiare insieme, giocare in spiaggia e cantare davanti a un falò; tutte cose molto semplici che facciamo abitudinariamente. Quella sera avevamo raccontato, con il nostro miglior inglese, cosa ci tiene insieme e cosa sono il movimento e Gioventù Studentesca. Il giorno dopo, li avevamo invitati a mangiare una pizza in spiaggia e cantare insieme. Prima di partire, ci avevano detto di essere rimasti colpiti dalla semplicità delle cose che facevamo e dal modo che avevamo di stare insieme, ed avevano raccontato ad alcuni di noi la loro storia, comprese alcune fatiche. Ci eravamo accorti che le domande che avevano erano le nostre e che quello che abbiamo incontrato nel movimento poteva essere anche per loro. Per questo alla partenza, avevamo regalato a questa nuova coppia di amici Il senso religioso in italiano con scritti i nostri nomi e ci eravamo scambiati i contatti.

La vita era andata avanti tranquillamente, finché a ottobre ci arriva un loro messaggio dove scrivono di essere in un momento di enorme sofferenza per alcune tristi circostanze e che ricordare i bei giorni passati insieme in campeggio li confortava. Noi, colpiti dal fatto che ci avessero tenuto a comunicarci una cosa del genere, decidiamo di andarli a trovare.

Dopo ottocento chilometri, accostiamo davanti ad una casetta unifamiliare dove Patrick e Yvonne ci aspettano. Lui ci abbraccia uno ad uno. Sono entusiasti e visibilmente grati della nostra visita, ci sentiamo attesi, voluti bene e accolti immediatamente. «Mi casa es tu casa», esordisce Patrick con uno spagnolo intriso di un’inconfondibile cadenza germanica. Ci raccontano che, incuriositi dal nostro regalo, si erano impegnati a trovare la versione in tedesco de Il senso religioso e avevano cominciato a leggerlo, o meglio, a studiarlo. «Questo libro è molto interessante, ma un po’ difficile», dice Patrick. «Io e mia moglie dobbiamo rileggerlo, sottolinearlo e appuntarci tante cose. Discutiamo molto». Praticamente facevano la Scuola di comunità senza saperlo! Ne avevano così discusso da invitare anche un loro amico, Messel, a cenare con noi. E lui quella sera ci dice: «Patrick e Yvonne sono come fratelli per me. Sono rimasto talmente incuriosito da quello che mi avevano detto del libro che dovevo incontrare i ragazzi che glielo avevano regalato!». Ceniamo insieme contenti di raccontare chi siamo e le nostre storie. Ci aggiorniamo sulle rispettive vacanze, poi parliamo del movimento, della Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona, e di che cosa facciamo noi.

Il giorno seguente, Luca, un amico di CL che vive a Colonia, viene a conoscere noi e i nostri amici tedeschi. Una lunga tavolata in un ristorante tipico della città su Reno accoglie tutti, compresi Ina e Tommaso, moglie e figlio di Luca. I quattro genitori germanofoni iniziano a conoscersi mentre noi italiani fatichiamo a stare dietro ai loro discorsi. Durante le pause qualcuno traduce e fa il riassunto. Patrick e Yvonne non riescono a spiegarsi perché persone che si conoscono da alcuni giorni o da poche ore possano condividere una familiarità cosi profonda. Luca spiega: «Eravamo amici da una vita, ma ancora non lo sapevamo. È l’amicizia in Cristo che ci unisce». Patrick e Yvonne riaccompagnano a casa la famiglia appena conosciuta lasciandoci le chiavi di casa, nell’eventualità che fossimo arrivati prima di loro. A posteriori, capiamo che questo gesto ha dell’impensabile per la cultura tedesca. Siamo investiti da una fiducia totale. La serata continua a “casa nostra” con un gioco di carte e qualche amaro. Prima di andare a dormire recitiamo insieme il Memorare.

Il giorno seguente partiamo per Milano. Siamo stupiti dalla semplicità di questi giorni. In essa traspare l’origine di un’amicizia profonda nata in settantadue ore tra noi tutti: italiani, italiani all’estero e tedeschi. È il miracolo della comunione cristiana quello che abbiamo sperimentato in questi giorni. Torniamo a casa più certi che la realtà ha in serbo qualcosa di bello per ciascuno di noi.
Tommaso, Giovanni M., Matteo, Pietro, Stefano, Giovanni C. e Andrea, Milano