Monsignor Filippo Santoro e Giorgio Toma, sindaco di Matino

Don Giussani tra i bambini nel parco di Matino

Un'area verde, nel leccese, dedicata al fondatore di CL, un uomo «che ha generato un popolo» testimoniando «ogni giorno l'amore per Cristo». Le parole del Sindaco

Il Comune di Matino, località del Salento tra Gallipoli e Casarano, ha dedicato l’area verde di piazza Primiceri a don Giussani. L’inaugurazione ufficiale, avvenuta il 14 giugno davanti a oltre 200 persone, è stata preceduta da un convegno organizzato sempre dal Comune nel teatro Peschiulli, dal titolo “L’educazione come cammino della vita” al quale hanno partecipato come relatori monsignor Filippo Santoro, arcivescovo metropolita di Taranto, don Gianni Cataldo, assistente spirituale della Fraternità di CL per la diocesi di Lecce e l’avvocato Cesare Pozzoli, vicepresidente della Fraternità di CL. Hanno portato un saluto il sindaco Giorgio Salvatore Toma e il vescovo della diocesi di Nardò-Gallipoli, monsignor Fernando Filograna. Sulla targa posta sulla piazza è riportata una frase di don Giussani: «Avverto più che mai urgente il compito di una educazione in cui si possa fare percepire il cammino della vita come tensione, istante per istante, a un Destino che è bene». «Matino», ha dichiarato l’assessore al verde pubblico Antonio Fusaro, «può contare ora su uno spazio di aggregazione per le famiglie e i più giovani in cui poter vivere il proprio tempo libero all’ombra della figura di un grande educatore». Particolarmente significativo è stato l’intervento del sindaco Toma, che riportiamo integralmente.


Carissimi, oggi siamo qui stimolati dal desiderio di capire come mai in un paese del profondo Sud si è pensato di intitolare un’area verde a un prete nato e cresciuto in Lombardia. L’amore per gli insegnamenti e per la vita di don Luigi Giussani ha generato un popolo anche fuori dei confini nazionali e qui nella provincia di Lecce, in un lembo di terra, tra il Mar Ionio e l’Adriatico, protesa verso il continente africano e che rappresenta il punto più a oriente della nostra Italia, c’è una bellissima comunità che si fa compagnia.

Un momento dell'inaugurazione al Teatro Peschiulli di Matino (Lecce)

Il cardinale Ratzinger disse nell’omelia per le esequie di don Giussani: «Era cresciuto in una casa povera di pane, ma ricca di musica; e così, sin dall’inizio era toccato, anzi ferito, dal desiderio della bellezza… Era un uomo che ha sempre tenuto fisso lo sguardo della sua vita e del suo cuore verso Cristo. Ha capito in questo modo che il cristianesimo non è un sistema intellettuale, un pacchetto di dogmi, un moralismo, ma che il cristianesimo è un incontro, una storia di amore, un avvenimento».

In questa importante giornata di festa, la presenza di tanti illustri relatori che hanno conosciuto personalmente don Giussani, seguendo i suoi insegnamenti, non è mio compito parlare del tema che ci siamo dati, ossia: educazione come cammino della vita. Permettetemi di parlare, invece, della mia piccola esperienza.

Ho conosciuto la bellezza del carisma di don Giussani semplicemente attraverso un incontro con delle persone, in particolare con Luigi Romano, all’epoca sacrista della nostra chiesa Matrice intitolata a San Giorgio, che mi regalò il libro: L’io, il potere, le opere. Attraverso gli scritti ma soprattutto attraverso la frequentazione, sia pur non assidua, delle persone vicine al movimento ho imparato ad amare la Chiesa. Ho imparato ad approfondire le storie degli individui, cercare di capirne i volti, constatando che dietro a ogni uomo c’è una storia diversa e un modo diverso di affrontare la realtà. Don Giussani mi ha insegnato ad amare le persone semplicemente per quello che sono. Questo mi ha aiutato molto nell’attività di assessore prima e di sindaco adesso e spesso, quando qualcuno mi chiede come riesco ad ascoltare tanti problemi di cui quotidianamente sono investito, rispondo: «Con la pazienza». Anche se so perfettamente nel profondo del mio cuore che molto dipende dalla corazza formata con gli insegnamenti di don Giussani.

Ma a nulla servirebbero le idee se non ci fossero le persone che le fanno camminare con le loro gambe. E tra le tante gambe, come ho appena detto, due in particolare mi hanno aiutato a capire meglio. L’incontro con Luigi, infatti, mi ha reso evidente che esiste un modo diverso di vivere la vita. Lui è continuamente al servizio degli altri e aiuta tutti disinteressatamente, testimoniando ogni giorno l’amore per Cristo attraverso lo sguardo sull’uomo.

A breve inaugureremo un parco dedicato a don Giussani perché vorremmo che i giovani, che lui ha tanto amato e che magari lo frequenteranno, ricordino il suo esempio e quante belle persone ha generato. Nell’area è presente, tra gli altri, un gioco che favorisce l’integrazione tra i bambini più fragili e chi è più fortunato, perché non si debba mai dimenticare di aiutare chi ha più bisogno. Le buone opere nate grazie agli uomini e alle donne di Comunione e Liberazione sono tantissime e riguardano diversi settori, ma sempre con lo sguardo alla persona. Qualsiasi struttura, la più bella ed efficiente del mondo, non ha valore se non è per l’uomo. Per comprenderlo occorre un’educazione che aiuti nel cammino della vita e gli insegnamenti di don Giussani aiutano a realizzare questa consapevolezza. Ci pare poco?
Giorgio Toma, sindaco di Matino (Lecce)