Papa Francesco all'udienza per il centenario di don Giussani il 15 ottobre 2022 (Roberto Masi/Fraternità CL)

La lettera del Papa: la strada da seguire

Appunti dall’incontro dei responsabili di Comunione e Liberazione con Davide Prosperi e Francesco Cassese sulla lettera di papa Francesco a tutto il movimento. Milano e in video collegamento dall’Italia e dal mondo, 20 febbraio 2024

Francesco Cassese. Oggi ci troviamo insieme – i membri della Diaconia della Lombardia in presenza e i responsabili del movimento in Italia e nel mondo in video collegamento – per comprendere meglio il significato e i contenuti della lettera che papa Francesco ha inviato a Davide e a tutto il movimento lo scorso 30 gennaio.
Abbiamo ritenuto importante organizzare questo incontro per due motivi principali: il primo, per l’importanza e il valore che questa lettera ha per la nostra storia e, proprio per questa ragione, vogliamo evitare di correre il rischio di sottovalutarla; il secondo, per provare ad affrontare insieme le tante domande sorte dopo il contraccolpo positivo che tutti abbiamo avvertito quando l’abbiamo ricevuta e letta.
Abbiamo chiesto a Davide di aiutarci a guardare insieme questa lettera. Poi sarà responsabilità di ognuno di noi comunicare alle nostre comunità quanto emergerà.
Nel preparare il lavoro di stasera siamo partiti da un dialogo tra responsabili avvenuto la settimana scorsa, dai numerosi contributi e dalle domande che ci sono arrivate e per le quali vi ringraziamo. Questo è il primo segno della responsabilità che portiamo insieme. Io mi faccio portavoce di questo dialogo.
Ci tengo a dire che questa lettera riguarda tutti noi, nessuno si deve sentire escluso perché, da una parte, come dice san Paolo, siamo membra gli uni degli altri, dall’altra parte riteniamo e siamo convinti che in essa ci sia l’invito a un passo di coscienza per tutto il movimento.
Come sapete, questa lettera ha origine dall’udienza che Davide, insieme a monsignor Santoro, ha avuto con il Santo Padre lo scorso 15 gennaio. Perciò inizio chiedendoti se ci racconti qualcosa di questo incontro.

Davide Prosperi. Innanzitutto, vi ringrazio dei moltissimi contributi che avete inviato, perché è il segno che c’è una certa sensibilità tra di noi e credo che questo sia un fattore molto importante.
Ricordo – tutti lo ricordiamo – il famoso incontro di Roma, la Domenica delle Palme del 1975, quando in sacrestia Giussani si sentì dire da Paolo VI: «Coraggio, coraggio, lei e i suoi giovani, perché questa è la strada buona» (Vita di don Giussani, Bur, Milano 2014, p. 515). In quell’istante pensò che l’allora Arcivescovo Montini gli aveva detto qualcosa di simile alla fine degli anni Cinquanta, di fronte all’esito positivo della Missione cittadina nella quale Giussani aveva coinvolto tutta GS: «Non capisco le sue idee e i suoi metodi, ma vedo i frutti e le dico: vada avanti così» (ibidem, p. 217). Quel «vada avanti così» ha segnato tutta la nostra strada; quante volte don Giussani ce l’ha ripetuto!
Io credo che oggi ci troviamo di fronte a qualcosa che ha la stessa portata, perché questa lettera è una conferma e un rilancio, esattamente come quelle parole. E nessuno si sognò allora di mettersi a vociferare sul «non capisco i metodi», perché l’attenzione fu tutta sul «vedo i frutti… vada avanti così»...

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