La cena organizzata dai Cavalieri di Amistad di Parma

Parma. Un'amistad per la Romagna

Un gruppo di ragazzi delle medie di fronte al dramma dell'alluvione. «Il desiderio non è tanto "fare qualcosa", ma scoprire cosa c'è di "bene" dentro quel dolore». Nasce così una cena di raccolta fondi con 200 invitati e 40 volontari

Siamo in quel periodo dell’anno in cui con i Cavalieri di Amistad a Parma (l’esperienza cristiana dei ragazzi delle medie, ndr) ci prepariamo alla vacanza estiva. Ai ragazzi non va giù che qualche loro amico per difficoltà economiche non possa venire e si sta pensando di organizzare qualche piccola iniziativa per racimolare la somma necessaria.
Poi l’alluvione e i cuori sono pieni di incredulità davanti a quello spettacolo di devastazione. Eppure… Non c’è sgomento tra i ragazzi. Una cosa è chiara a tutti: non si può fare finta di nulla. Il desiderio non è tanto “fare qualcosa”, ma scoprire cosa c’è di “bene”, dentro quel dolore. Dai ragazzi nasce l’idea di fare qualche torta, dei biscotti o dei tortelli da vendere per San Giovanni (qui a Parma è una grande festa). Alla Madonna chiediamo la certezza della speranza per noi e per gli amici alluvionati.
Condividiamo la proposta con altri adulti e famiglie della comunità che rilanciano: «Facciamo una cena aperta a tutta la città». Un’impresa forse titanica, ma quello che ci muove è il poter vivere appieno l’amicizia tra noi e i ragazzi.

Il giorno dopo, incontriamo Mario, lo chef che gestisce uno dei circoli più suggestivi della città, “La Corale Verdi”, che si affaccia sul regale parco cittadino. Mario si infiamma all’idea e con noi inizia a progettare quella che sarà la cena #AmistadperlaRomagna.
Ora che la decisione è presa, ci serve però… tutto! Iniziamo a contattare fornitori, imprenditori, aziende e commercianti della città, amici e non, descrivendo l’origine dell’iniziativa e la finalità. La risposta è una sovrabbondanza di donazioni, ma anche di rapporti e dialoghi. Ci viene offerto tutto ciò di cui abbiamo bisogno: i tavoli, le sedie, gli antipasti, la torta fritta che a Parma non può mai mancare, la pasta per le lasagne, il ragù, il vino, gli addobbi floreali, … fino alle magliette che riusciamo a serigrafare con la scritta #AmistadperlaRomagna. Alcuni amici mettono a disposizione furgoni, tempo, energie per recuperare il materiale ed allestire il giardino dove si svolgerà la cena.
La Provvidenza fa il resto. Ad esempio, nella ricerca della giardiniera ci suggeriscono di contattare un fornitore in Sicilia. Appena comprende che siamo dall’Emilia Romagna, ci ringrazia dicendoci che dall’inizio dell’alluvione stava proprio cercando un modo per poter contribuire, e ci spedisce a sue spese una quantità spropositata di vasi di giardiniera e caponata di una bontà che non passerà inosservata.

La sera prima della cena, il fornitore di piatti, posate e bicchieri, inaspettatamente, si tira indietro, per un malinteso. Ci guardiamo in faccia: cosa facciamo? Mandiamo un messaggio al nostro amico Andrea e andiamo a letto, certi che Chi ci aveva portato fino a qua provvederà anche a questo. Alle 8 Andrea ci scrive che un’azienda di Modena ci presta un servizio molto particolare, “il servizio della nonna”, composto da 400 piatti unici, uno diverso dall’altro, e 250 posate.

Arriva il grande giorno. Già dalle 13 i ragazzi iniziano ad aiutare in cucina ed allestire i tavoli. Alle 18 briefing con lo chef, che spiega con attenzione come lavorare, come servire, la cura da avere. Tutti ascoltano in silenzio. Poi la preghiera insieme.
Alle 20 iniziano ad arrivare i primi ospiti. Ad accoglierli, un sorriso e un calice di benvenuto dove c’è un cartellino su cui viene scritto il nome.
Tre ragazze di seconda e terza media salgono sul palco e raccontano della compagnia de l’Amistad. Una di loro, salutando i 208 ospiti presenti e gli oltre 40 volontari delle medie e delle superiori, dice: «Vi abbiamo chiesto un contributo per aiutare i nostri amici della Romagna che in questo momento hanno bisogno più che mai di un amico. La nostra compagnia si chiama “Amistad”, che vuol dire “amicizia” e per me è così, qui ho trovato amici che ci sono sempre per me, anche quando io li trascuro. Noi ci aiutiamo a vicenda a cercare il vero significato di questa nostra avventura».

Una volontaria, grata per aver fatto la cameriera, scrive: «Se io servo Qualcuno, il mio agire, il mio sforzo è utile al mondo, e ieri sera era evidente Chi stavamo servendo».
Anche gli ospiti non restano indifferenti. Il sindaco, venuto con tutta la famiglia non in veste ufficiale, salendo sul palco per salutare a nome della città e dell’amministrazione, rappresentata dai tanti membri della giunta e del consiglio presenti, sottolinea come la Romagna è vicina al cuore di Parma e dichiara il suo impegno affinché le politiche giovanili possano rispondere alle esigenze di ragazzi come quelli che ha osservato durante la serata, che con il loro servizio ridonano speranza per il presente e il futuro.

Un altro ospite scrive: «Ieri sera ho visto tanta bellezza. Quello che stava accadendo era così sproporzionato alle forze di chi lo stava facendo, che ho dovuto riconoscere Chi davvero lo rendeva possibile. Mi sono sentito preso dentro, fosse solo per accogliere chi avevo di fianco».
Ma chi forse ha descritto meglio quanto è accaduto è stato uno dei ragazzi di terza media: «L’esperienza grandissima di giovedì la porto nel cuore per tanti motivi. Tutto sembrava perfetto, anche se tutto era imperfetto. Noi siamo ragazzi e non abbiamo mai fatto cose di questo tipo. Eppure abbiamo ubbidito, con grande volontà, con tanto impegno. Incredibile vedere come tutti volevano aiutare, tutti volevano essere disponibili, nessuno si tirava indietro. Incredibile anche che nessuno si è lamentato dei nostri ritardi nel portare i piatti. Al ristorante mica fai così! Una cosa così andrebbe fatta tutti gli anni! Le cose che si fanno col cuore vengono sempre bene, perché ti aiuta un Altro».

Raccogliamo più di cinquemila euro che andranno a Casa Novella di Castel Bolognese, la casa d’accoglienza nata da un’iniziativa di Novella Scardovi. La storia di questa opera viene raccontata durante la cena dagli amici Franco e Fabiola di Lugo, anche loro impegnati con i Cavalieri della loro città.
Tanti a fine serata ed il giorno dopo ci scrivono. Un amico in particolare dice: «Siete per me un meraviglioso strumento di Dio che fa in modo che il fango che c’è sul cuore non si indurisca e mi siete compagni nello spalarlo. Insieme, con la compagnia di Cristo, si può stare di fronte alle alluvioni che la vita ci mette sul cammino».
Il cuore pulsante di tutto sono i nostri ragazzi di Amistad. Con la loro semplicità hanno obbligato a togliere la maschera di adulto “che la sa”. Ci hanno riportato continuamente con i piedi per terra e il cuore in cielo.

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Chi è venuto è rimasto colpito, non dal sindaco, non dai canti, perché non siamo professionisti e non avevamo nemmeno avuto tempo di provare! Non dal cibo, perché, comunque, siamo in Emilia Romagna... si mangia bene! E allora cosa c’era di così palpabile da muovere il cuore? Siamo tutti stati colpiti da Colui che queste cosa ha messo insieme e le ha animate dal di dentro, dando loro un significato nuovo. E Cristo, quella sera, aveva il volto di quei ragazzini. Noi adulti, a fatica, abbiamo assecondato il soffio dello Spirito Santo. Noi con i nostri schemi e ansia da prestazione abbiamo quasi rischiato di soffocarlo, quel soffio.

Una degli adulti, in questi giorni, tira fuori un passaggio di padre Mauro Lepori, tratto dagli Esercizi Spirituali della Fraternità di CL di quest’anno: «Noi non siamo capaci di desiderare in modo puro, sincero, ciò che compie il nostro cuore, ciò che vale più della vita, ciò per cui esistiamo; inquiniamo questo desiderio con molta presunzione o ambizione, desideriamo altre cose che non sono veramente il nostro compimento. Non abbiamo bisogno solo del compimento, ma della decisione di perseguirlo, della strada per raggiungerlo e dell’incontro per abbracciarlo. È lo Spirito che, per grazia di Dio, per misericordia del Padre, ci dona tutto questo, durante tutta la nostra vita, attraverso tappe e percorsi misteriosi».

Andrea, Anna, Elisabetta, Emanuela, Gabriele, Paolo, Saba, Parma