(Archivio Meeting)

«Un'amicizia che ha preso tutto di me»

Il viaggio in Madagascar, la mamma che la segue al Meeting, la serata di canti per Adriana Mascagni. Una ragazza di GS racconta la sua estate "plasmata" dall'incontro con una compagnia che «dà il respiro ad ogni cosa»

Ho appena iniziato la terza scientifico. Vengo da una famiglia che non c’entra niente col movimento. Al liceo ho iniziato a frequentare Gioventù Studentesca solo perché molti amici e compagni di classe ci andavano e, nonostante un po’ di fatica iniziale, questa realtà mi ha appassionata e ha preso tutto di me. Con i miei è stato (e a volte lo è tuttora) un po’ faticoso perché, non conoscendo niente di questo mondo, non capiscono appieno quello che sto vivendo. Negli ultimi due anni è maturata in me l’affezione a questo luogo perché mi sto accorgendo che ciò che desidero davvero è una vita vissuta così intensamente, così amata. Ed è proprio la promessa che questa compagnia mi fa: una vita in comunione con Cristoche mi mostra il suo abbraccio attraverso i volti delle persone che ho accanto, che diventa qualcosa di tangibile nella realtà che mi circonda.

Quest’estate, ancora una volta, è stato evidente questo amore che abbraccia tutta la mia vita. Se dovessi trovare una frase che riassuma gli ultimi mesi sarebbe questa: «Chi ha fatto il mondo e ciò che contiene dà a tutti la vita e il respiro ad ogni cosa». Ad agosto sono andata in Madagascar in viaggio con la mia famiglia e alcuni amici. Lì, grazie alla bellezza incredibile che ci siamo ritrovati davanti, è stato subito chiaro che, parole di mia madre, «chi ha progettato questo mondo è davvero un bravo architetto». In quei luoghi la vita delle persone è semplicissima: molti non lavorano nemmeno e passano le giornate seduti davanti alle proprie capanne; c’è invece chi tutti i giorni ha una missione, magari molto semplice ma che riempie le giornate, per esempio andare al mercato a prendere una cesta di riso. La cosa che però stupisce è la dignità con cui vivono e la vitalità che hanno dentro; passando attraverso questi villaggi di capanne, ci siamo pian piano accorti che queste persone erano vive, felici, con gli occhi pieni di gioia. Ma è possibile che questo “bravo architetto” abbia progettato pure la mia di vita? E perché?

Il 22 agosto sono partita per il Meeting. È stato commovente perché mia madre, avendo capito quanto sia importante per me questo posto, ha deciso di venire con me. Che grazia! Fin dal primo momento in cui ho messo piede in fiera sono stata travolta da abbracci di amici, da chiamate di persone che mi cercavano per vederci, salutarci, raccontarci. Poi le prove con il coro, momenti sempre cruciali per me perché ha a che fare con il mio “bel giorno”: una cantata con degli sconosciuti che oggi sono i miei più cari amici.

Il concerto dedicato ad Adriana Mascagni, la sera, è stato mozzafiato. Che gioia il canto! Un canto liberatorio da paure, preoccupazioni, fatiche; che non ti fa scappare dalle difficoltà, ma che ti aiuta a starci davanti. Mi sono segnata uno dei testi letti quella sera: «Da Adriana ho imparato che il canto nasce come espressione di ciò che si vive. Non è una fuga, non è una pausa, come tanti pensano. Cantare non è un rifugio che ti separa dalla realtà, tutt’altro. Cantare è un momento di vita: si canta e si afferma una bontà della vita. Se la vita non fosse piena, buona, ricca di promessa e significato, cantare sarebbe da pazzi. Invece si deve e si può cantare, in tutte le circostanze, perché la vita è buona e noi dobbiamo raccontarcelo e ricordarcelo reciprocamente. Il canto è uno strumento di testimonianza». Durante il concerto una mia amica mi scrive: «Ti ho vista sullo schermo, ti hanno inquadrata: cantavi e sorridevi. Cate, voglio fare anch’io il coro!». A fine concerto siamo usciti dall’auditorium, con alcuni abbiamo tirato fuori una chitarra e ci siamo messi a cantare. E da 5 o 6 che eravamo siamo diventati tantissimi, sconosciuti ma uniti e commossi. Io avevo le lacrime agli occhi. Abbiamo concluso la serata con Mi sei scoppiato dentro al cuore di Mina, le cui parole si sono subito mostrate vere quando la mamma di una amica è venuta da me dicendomi: «Tua madre è entusiasta di oggi».

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Quindi ora mi rispondo: sì, “Chi ha fatto il mondo e ciò che contiene” mi ama talmente tanto da progettare la mia vita. E lo fa in modo così bello da lasciarmi commossa e senza parole. Mia madre ha deciso di venire con me al Meeting, a sua detta «perdendo giorni di vacanza», perché mi ama così tanto da capire quanto è radicale per me questo posto. E questo è segno di un Amore, la A maiuscola, a cui, ormai è chiaro, è sempre conveniente dire sì!
Caterina, Milano