Colletta alimentare 2023.

La Colletta che non smette di sorprendere

Daniele aveva "depennato" quel negozietto dalla sua lista: «L'anno scorso ha raccolto poco, abbiamo pochi volontari». Eppure, dietro quelle poche vetrine qualcuno aspettava di poter dare il suo contributo

Sabato 18 novembre si è svolta in tutta Italia la Giornata Nazionale della Colletta alimentare in quasi 12 mila supermercati, dove, grazie agli oltre 140mila volontari, sono state raccolte 7.350 tonnellate di alimenti, il 9% in più dell'anno scorso. Nelle prossime settimane i prodotti raccolti saranno distribuiti a quasi 7.600 enti ed organizzazioni territoriali che si occupano di 1 milione e 700mila poveri e persone in difficoltà. «Il gesto della Colletta porta in sé un significato capace di far sperimentare e indicare la carità come dimensione fondamentale del vivere, come presupposto per una convivenza capace di costruire una prospettiva di pace, di solidarietà e di crescita comune», ha commentato Giovanni Bruno, presidente di Fondazione Banco Alimentare. Di seguito, la lettera di un volontario

Anche quest’anno la giornata della Colletta alimentare è riuscita a sorprendermi. Faccio il volontario da tempo e mi occupo di coordinare una quarantina di supermercati nella zona nord di Milano. Si tratta di cose molto pratiche: assegnare i volontari ai punti vendita, contattare i direttori, assicurarmi che tutto proceda per il meglio. E il meglio sono abituato a cercarlo nei numeri: quanti chili di cibo donato quest’anno? Quanti scatoloni in più saranno distribuiti ai poveri di tutta Italia? Riusciremo a eguagliare le statistiche del 2022? Questa volta però è accaduto qualcosa che mi ha ricordato che tutti questi dati, per quanto rassicuranti, non sono sufficienti a raccontare la bellezza della realtà della Colletta. Lo scorso anno c’era stato un supermercato, un piccolissimo punto vendita - poche vetrine in un quartiere popolare - che non aveva raccolto granché, cinque o sei scatoloni di cibo. Era l’ultimo sul mio file Excel in quanto a donazioni ricevute. E siccome nelle scorse settimane faticavo a rintracciarne il direttore e ancor più non trovavo nessun volontario disposto a stare tutto il giorno lì per accogliere i clienti e inscatolare il cibo donato, me ne sono di fatto quasi scordato. «Abbiamo poche persone, rinunceremo a coprire quel supermercato. Tanto non è molto incisivo, si raccoglie sempre poco», mi dico, e dirotto tutte le persone disponibili su altri luoghi.

Sabato mattina, mentre mi trovo in un supermercato poco distante da quello “dimenticato”, vengo fermato da una signora che mi chiede gentilmente perché non siamo presenti anche in quell'altro. Rimango di sasso. Le spiego che quest’anno non siamo riusciti a trovare volontari sufficienti, ignaro del fatto che qualcuno avesse attaccato un manifesto della Colletta anche là, su una vetrina. «Guardi che io però ho fatto la spesa là. E l’ho lasciata all’ingresso per voi della Colletta. Andate a prenderla!», incalza la signora. Mi incammino, sono meno di cinquecento metri da dove mi trovo. Quando arrivo la cassiera mi accoglie sorridendo. “Finalmente siete arrivati. Vi stavamo aspettando. Quello è per voi”, dice mentre con lo sguardo indica un carrello pieno di cibo, tutto per il Banco Alimentare…

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La donna incontrata poco prima, la cassiera, gli altri clienti che avevano riempito in autonomia quel carrello senza che ci fossero volontari… Nessuno di loro ha dubitato del fatto che la Colletta alimentare ci sarebbe stata, e soprattutto che ci sarebbe stata anche in quel negozietto. A quel punto c'era poco da fare, ho tirato fuori dalla macchina qualche scatolone e o chiamato due volontari da un altro negozio. Il risultato? I soliti pochi scatoloni, una settantina di chili raccolti. Contano? Sono pochi? Certo è che l’anno prossimo quel supermercato sarà nella prima riga del mio foglio di Excel.
Daniele, Milano