Colletta alimentare 2023 (Foto Banco Alimentare)

«Il bene che ho già ricevuto»

Una sana abitudine annuale, forse. Eppure, per nulla "automatica". Così Carola racconta la sua riscoperta della Colletta alimentare

Sabato 18 novembre ho partecipato come volontaria alla Colletta alimentare. Ormai è diventata una sana abitudine annuale: un gesto di offerta del mio tempo a cui il movimento mi ha educata, prima attraverso gli scout, poi alle medie con i Cavalieri, con Gioventù Studentesca alle superiori, con il Clu in università. Ma non è stato automatico il desiderio di ripetere l’esperienza e quindi decidere di mettere da parte le “cose da fare” segnate in agenda o accantonare il “meritato riposo” dopo una settimana stressante. Così, alle 8 del mattino, mi sono ritrovata un po’ addormentata davanti al supermercato a chiedermi: «Chi me l’ha fatto fare?». Non è bastato avere amici al mio fianco o leggere la frase del Papa dietro al volantino da distribuire, e neppure tutta la mia buona volontà. La domanda è diventata insistente, soprattutto dopo i primi dieci «non mi interessa», e ha reso evidente che il mio sforzo di esserci non reggeva la frustrazione del non poter costringere nessuno a fare del bene.

Solo a un certo punto ho iniziato ad accorgermi di cosa stava succedendo: una signora, ricevuto il segnalibro con il “grazie” per aver donato, ci ha ringraziato a sua volta, consigliandoci un libro da leggere, che mi sono appuntata; poi, padre e figlio stranieri, che non avevano capito un granché di quello che avevo detto, sono tornati portando pasta e passata di pomodoro; ancora, una signora anziana ha riempito un intero carrello... Man mano che vedevo le persone donare, mi rendevo conto di essere in quella posizione privilegiata di Gesù e degli apostoli davanti al tempio, quando hanno visto la vedova povera gettare le sue due monetine nella cassetta del tesoro.

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La mia Colletta è stata il privilegio di guardare chi, come può, dona tutto per un altro, che tra l’altro nemmeno conosce. Accorgermi di questo mi ha reso aperta a fare anche io una piccola spesa, ma non era più per un “dover fare del bene”, non era più misurato nel “tanto” o “poco”, ma aveva come unità di misura il bene visto e tutto quello già ricevuto nella mia vita.
Carola, Milano